Vaccino influenzale

Vaccinarsi per aiutare i medici a capire quale malattia si ha, per non affollare gli ospedali ma anche per tutelare se stessi da possibili conseguenze gravi e allenare il sistema immunitario. La raccomandazione a difendersi contro i virus influenzali è ancora più forte con l’emergenza Covid-19 in corso. «La vaccinazione aiuterà nella diagnosi differenziale rispetto al coronavirus, ma ricordiamoci che l’influenza ha anche un suo impatto in termini di sofferenza» spiega Fabrizio Pregliasco, ricercatore in Igiene generale e applicata all’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi nella stessa città. Vaccinare più persone vorrà dire anche avere meno ricoveri. Le Regioni quest’anno lavorano per tutelare maggiormente la popolazione fragile rispetto al passato. Hanno acquistato 17 milioni di dosi, quasi il doppio del fabbisogno medio che si aggira sui 10 milioni. Come e dove distribuirle, nel rispetto delle distanze anti-Covid, è il nodo da sciogliere in queste settimane. E i pazienti «non fragili»? Potranno rivolgersi alle farmacie, che rischiano però di non avere abbastanza scorte.

Le priorità

Da chi si partirà con le iniezioni? Il Ministero della Salute indica le categorie da tutelare per prime, a cui il vaccino è offerto gratuitamente: chi ha più di 65 anni, chi ha malattie croniche, tumori, basse difese immunitarie, le donne incinte, i lavoratori dei servizi pubblici, chi è a contatto con gli animali, i donatori di sangue. Per questa stagione influenzale il Ministero dà la possibilità di allargare le maglie della gratuità anche ai 60-64enni. Lo faranno varie Regioni, come il Piemonte, la Lombardia, la Liguria, l’Abruzzo, l’Emilia-Romagna. La raccomandazione è estesa anche ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni ed è tradotta diversamente dalle autorità sanitarie. Il Piemonte, per esempio, suggerisce la vaccinazione solo per i fragili, la Lombardia la offre gratuitamente ai piccoli dai 2 ai 5 anni, l’Emilia la prevede a pagamento. C’è poi chi ha alzato l’asticella per spingere i cittadini a proteggersi. È il caso del Lazio, che aveva reso obbligatoria l’antinfluenzalee l’antipneumococcica per gli over 65 e il personale sanitario. Ai trasgressori sarebbe stato vietato l’accesso a luoghi come centri d’incontro e Rsa (nel caso degli anziani) o continuare a lavorare (per medici e infermieri). Una decisione contro cui sono stati presentati diversi ricorsi: il Tar ne ha accolto uno, annullando di fatto l’ordinanza. In Sicilia invece l’obbligo riguarda soltanto il personale sanitario.

A chi rivolgersi

Obbligatorio o raccomandato che sia, per ottenere lo «scudo» contro l’influenza il percorso è simile. «Bisogna fare riferimento al proprio medico di famiglia — continua Pregliasco — e verificare le informazioni della propria Asl, Ats o area vasta». La maggioranza dei medici aderisce alla campagna e somministra il vaccino ai pazienti, organizzando un calendario di appuntamenti. La necessità di evitare assembramenti — per limitare il rischio di trasmissione del coronavirus — obbliga a predisporre spazi più ampi. E così in aggiunta agli ambulatori, si potrà ricevere il vaccino in palestre, centri anziani o tendoni in piazza (è il caso di Milano). In alternativa al medico, ci si può rivolgere ai centri vaccinali della propria zona. Il Lazio nelle scorse settimane ha ipotizzato anche il coinvolgimento dei farmacisti nella somministrazione, idea su cui si attende il parere del Comitato tecnico scientifico e che fa storcere il naso alla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri. Per i bambini è necessario consultare il pediatra: in alcune Regioni i dettagli operativi della campagna sono ancora in via di definizione.

Le date

Il Ministero ha invitato ad anticipare la partenza della campagna: in Liguria si inizierà il 5 ottobre, in Emilia il 12. La difficoltà a recuperare le dosi necessarie, vista l’ampia richiesta mondiale, e a mettere in piedi la macchina organizzativa ostacola però il rispetto di questa indicazione su tutto il territorio nazionale. «È bene prenotarsi entro dicembre — continua l’esperto —, serve una decina di giorni perché il vaccino abbia effetto. Di solito il picco dell’epidemia è a cavallo delle festività».

Il tipo di vaccino

La battaglia contro l’influenza si sta preparando da tempo. «La decisione sulla composizione si prende a febbraio. Da due anni a questa parte l’Organizzazione mondiale della sanità indica l’uso di vaccini quadrivalenti, che proteggono da quattro stipiti». In sostanza, un ombrello più ampio contro il virus. «A complicare le cose c’è fatto che il vaccino ha un’efficacia inferiore negli anziani». Su questi pazienti si può usare l’adiuvato, che contiene una sostanza per stimolare maggiormente la risposta immunitaria, oppure il vaccino ad alto dosaggio. In Lombardia debutta per i bambini il vaccino via spray nasale, finora mai usato in Italia, ma diffuso in alcuni Paesi europei e negli Stati Uniti. «Contiene virus vivo attenuato, adattato a vivere in un ambiente con temperatura inferiore a quella del corpo. Una volta spruzzato inizia l’infezione. Poi il virus muore».

Le dosi in Farmacia

E chi non fa parte delle categorie per cui il vaccino è gratuito? Ci sarà la possibilità di farsi iniettare una dose, a patto di riuscire a comprarla (il costo oscilla dagli 8 ai 18 euro). Ogni anno circa 800 mila persone si rivolgono alle farmacie, che al momento però non hanno sufficienti scorte. «Il Sistema sanitario nazionale ha “requisito” le forniture — dice Pregliasco —, solo 250 mila dosi finora sono destinate alla ridistribuzione per uso privato». Troppo poche, per i farmacisti. Si lavora a soluzioni diverse, compresa l’importazione dall’estero. L’uso della mascherina e il rispetto della distanza interpersonale aiuteranno poi a frenare non solo il coronavirus, ma anche l’influenza.

Fonte: corriere.it

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